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xxxvi introduzione

piccolo sì, ma dilettevole giardino....., in cui tra le fresche ombre e le tenere erbette, sorgeva di limpid’acque marmoreo fonte, che faceva umido specchio ad un vaghissimo simulacro dell’ingannato Narciso, vestigio del raro ingegno dell’immortal Buonarroti e memoria della singolare liberalità del serenissimo signor Duca di Mantova verso di lei dimostrata»1. Egli trovò presso la sorella una nipotina, che non conosceva, una bambina nata l’anno prima a Mantova, che doveva essere la continuatrice della gloria dell’Adriana e chiamarsi poi col nome celebre di Leonora Baroni2.

Il nuovo Duca, Ferdinando, mostrò subito il suo favore al nostro poeta. Il 25 marzo 1613 ordinava che fosse annoverato «tra gli gentiluomini, famigliari et curiali nostri»3.

E il 6 aprile dello stesso anno, facendo uso del diritto, ch’era stato concesso dall’Imperatore Massimiliano II al Duca suo padre e suoi successori; considerato quanto il Basile valesse «in humanarum litterarum, philosophicis et Musarum studiis», lo nominava: «militem, sive equitum auratum ac sacri Lateranensis Palatii, aulaeque ac Imperialis Concistorii Comitem;..... aliorumque equitum auratorum et comitum Palatinorum numero et consortio ascribimus et aggregamus»4.



  1. Ode, p. 113. Di questa scultura di Michelangelo non pare s’abbia altra notizia.
  2. Era nata nel Dic. 1611. Cfr. Ademollo, La bell’Adriana, pp. 191-2.
  3. Il doc. è pubbl. dall’Ademollo, o. c., pp. 199-200. Il decreto fu pubblicato dal Bertolotti nel Giornale araldico diplomatioo genealogico dell’agosto 1884, n. 2, pp. 31-2.
  4. Si soggiunge la facoltà di crear notai e giudici ordinarli in tutto