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introduzione xxxv.


E sulla fine del 1612, Giambattista Basile lasciava anch’egli Napoli per Mantova.

I suoi parenti, alla corte dei Gonzaga, godevano di una straordinaria fortuna. Sua sorella Adriana, oltre molti altri doni e stipendi e onorificenze, aveva avuto il titolo di Baronessa, col feudo di Piancerreto nel Monferrato1 Il figliuolo di costei, il giovinetto Camillo, era stato insignito della croce di S. Maurizio e Lazzaro, onorificenza che il Duca di Mantova gl’impetrò da quel di Savoia. Lelio Basile fu «per lunga serie d’anni ai principali governi nello Stato di Mantova da quell’Altezze impiegato». Francesco fu poi Senatore2.

Quando giunse Giambattista, era moribondo, o era morto da poco, il nuovo Duca, Francesco, figliuolo e successore di Vincenzo, che, dopo pochi mesi di principato, si spense, a 26 anni, il 23 dicembre 1612. Successe il fratello di lui, il Cardinal Ferdinando.

Giambattista si recò a visitare la sorella nel suo feudo del Piancerreto. E racconta che qui vide, tra l’altro, «un

    parte dell’ed. di Mantova, 1613. Il Minieri Riccio cita ancora del Basile: Relatione delle pompe e solennità fatte per le nozze del Cristianissimo Luigi XIII Re di Francia etc. tradotta da Francese in Ispagnuolo e da Spagnuolo in Italiano, Nap., 1612. Inoltre, alcuni versi nel libro Albero e genealogia della famiglia Scorza, Nap., 1611, in fol. (Minieri Riccio, Not. biogr. e bibliogr., pp. 12-3).

  1. Ora circondario di Casale, frazione di Montalero.
  2. Ded. di Domizio Bombarda al Teatro delle glorie, pp. 5-6. — Il fratello Giuseppe, poi, «nella Fiandra per le molte virtù che l’adornano da quell’Altezza d’Austria in grande stima tenuto». E cfr. Ademollo, La bell’Adriana, passim.