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xxxii | introduzione |
Ma voi, come il mio Glauco,
Sordi correte, e ne portate insieme
I miei lamenti e le vostre onde al mare!
Deh! riditeli almeno, acque amorose,
I fonti dei miei lumi,
Onde crescete e vi cangiate in fiumi!
Deh! riditeli almeno, aure pietose,
I miei sospiri ardenti.
Onde crescete e vi cangiate in venti1!
Giulio Cesare Cortese, il Pastor Sebeto, diventato accademico della Crusca, mise un suo epigramma innanzi all’opera dell’amico. E, coi due epigrammi che scrisse per l’Adriana, furono queste delle poche volte, nelle quali la sua Musa italiana si fece viva2. Altro amico, e lodatore del Basile, era Orazio Comite, poeta allora in buona fama3.
Nel 1611 Giambattista Manso, Marchese di Villa (l’amico di Torquato Tasso), istituiva nel chiostro di S.a Maria delle Grazie, presso S. Agnello, l’accademia degli Oziosi. Tra i primi accademici, riuniti, il giorno della inaugurazione, che fu il 3 maggio, era il Vicerè, Conte di Lemos, il Porta, il Capaccio, il De Pietri, il Zazzera, il P. Tomaso Carafa, e molti gran signori, come il Principe di Stigliano, il Principe della Riccia, il Principe di Cariati, il Principe di Tarsia, il Duca di Nocera, il Duca d’Acerenza, il Duca di Bovino. Tra i primi socii, eletti