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xxx introduzione


Egli si trovava allora ai servigi dal Principe di Stigliano, come, fin’allora, sua sorella e suo cognato. E, avendo avuto l’agio di scrivere una favola marittima, intitolata: Le avventurose disavventure1, nel luglio 1610, la dedicava al Principe di Stigliano, per gratitudine degli «infiniti beneficii riconosciuti dalla sua liberalissima e generosa mano», ribadendo in versi le lodi:

Tu sol fai che germogli
Già secco il Lauro a le Castalie rive;
Tu sol pietoso accogli
Le neglette dal mondo Aonie dive;
E sorgi (tal virtute in te s’infuse!),
Novello Febo, a ristorar le Muse2.

Nell’avvertenza dice lo stampatore: «Spero, graziosi lettori, darvi per l’avvenire maggior diletto con l’opre di questo autore, il quale quanto giornalmente si avanzi nella



  1. Le avventurose disavventure Favola maritima di Gio. Battista Basile il Pigro Accademico Stravagante di Creta. In Napoli, presso G. B. Gargano e Lorenzo Nucci, 1611 (Chioccarelli, l. c). La 2a ediz. è di Venezia, MDCXII, appresso Sebastiano Cambi. La 3a, è di Mantova, presso gli Osanni, 1613. — Cfr. anche Imbriani, Il Gran Basile, l. c, II, pp. 197-205.
  2. Si noti anche che «la scena si finge in Sirena, luogo delizioso di Posilipo». Ora la Sirena era il nome dell’antico palazzo Bonifacio, comprato dal secondo Principe di Stigliano, Luigi, a Posilipo, edificato su di uno scoglio in mezzo alle acque (Aldimari, o. c, II, 383; Celano, o. c., V, 632). Fu poi rifatto e abbellito dal Duca di Medina Las Torres, marito di D.a Anna Carafa, Principessa di Stigliano, ed è il palazzo detto di Dognanna, del quale è celebre la storia e ancora avanzano le pittoresche ruine.