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jornata ii, trattenemiento I. 181

fare, se n’addonaje na commare dell’orca; la quale, pigliannose lo mpaccio de lo Russo1, voze mettere lo musso a la merda, e disse all’orca, che stesse ncellevriello, ca Petrosinella faceva l’ammore co no cierto giovene, e sospettava, che non fossero passate chiù nante le cose; perchè vedeva lo moschito2, e lo trafeco, che se faceva; e dobetava, che, fatto no leva ejo3, non fossero sfrattate nante Majo4 da chella casa. L’orca rengraziaje la commare de lo buono avertemiento, e disse, ca sarria stato penziero sujo de mpedire la strata a Petrosinella, otra che non era possibile, che fosse potuta foire ped averele fatto no ncanto, che, si n’aveva mano tre gliantre, nascose drinto a no trave de la cecina, era opera perza, che potesse sfilarennella. Ma, mentre erano a sti ragionamiente5 Petrosinella, che steva co l’aurecchie appezzute6, ed aveva quarche sospetto de la commare, ntese tutto lo trascurzo. E, comme la notte spase li vestite nigre, perchè se conservassero da le carole, venuto a lo solito lo prencepe, lo fece saglire ncoppa li trave. E, trovate le gliantre, le quale sapenno comme se l’avevano da adoperare, ped essere stata fatata dall’orca, fatta na



  1. Cfr. IV, 1. La frase s’incontra spesso negli scrittori dialettali. Partenio Tosco la crede tutta napoletana, e ne illustra l’origine: lo Russo era un tale, che, andando a giustiziarsi, «si prendeva pensiero che il pollo nello spiede non si bruciasse» (o. c., p. 284). Ma, invece, la frase è pretta fiorentina. V. il Cecchi. Dichiar. di molti prov. detti e parole della nostra lingua (ristamp. con l’Assiuolo, Commedia, Milano, Daelli, 1863, p. 72).
  2. Il ronzar come mosca.
  3. Tolto tutto ciò che era in casa.
  4. Don Pietro Fernando de Castro, Conte di Lemos, secondo vicerè di Napoli di questo nome (1610-1616), mandò fuori una prammatica: «Che la mutazione delle case a pigione, ordinata farsi al primo di maggio, si fosse fatta ai quattro del medesimo mese, ed, essendo festa di precetto, si facesse il giorno seguente» (Parrino, Teatro dei vicerè, Nap., 1692; II, 84). Cfr. anche De Bourcard (o. c., I, 185-201).
  5. (EO) ragunamiente
  6. Tese.