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148 lo cunto de li cunti

          Neputemo, lo conte!
          Quanno l’erario nuostro
          Mi recarà il carrugio1
          Dite al mastro ch’io voglio inanti sera
          La cauza a braca racamata d’oro!
          Respunne a chella sdamma,
          Che spanteca pe mene,
          Ca, fuorze fuorze, le vorraggio bene!»
          Ma, comm’a sta coppella è cementato,
          Non ce truove na maglia;
          Tutto è fuoco de paglia;
          Quanto chiù se l’allazza, chiù fa alizze2;
          Parla sempre de doppie, e sta nsenziglio;
          Fa de lo sbozza, e niente ave a la vozza3;
          Lo collaro ha ncrespato, e sta screspato4;
          Trippa contenta, senza no contante;
          E, pe concrusione,
          Ogne varva le resce na garzetta5,
          Ogne perteca pìuzo6,
          Ogne mpanata7 allessa,
          E la pommarda se resorve a vessa8!
Fab. Che te sia benedetta chessa lengua!



  1. Carrozza, cfr, IV, 7. Quando l’amministratore mi porterà le rendite?
  2. (EO) alozze. — Giuoco di parola tra allazza, allaccia, e alizze, sbadigli. E così, in seguito.
  3. Gorgozzule.
  4. A borsa vuota.
  5. Così di una cosa, che riesca contro l’intenzione. Garzetta, secondo il DR., sono «quei peli, che si lasciano lungo le mascelle, e con parola di moda diconsi favoriti». Cfr. MN, V.
  6. Legnetto, che s’adopera nel giuoco di mazza e pìuzo. V. princ. G. IV.
  7. Mpanata, sorta di pasticcio di carni. Cfr. II, 7. Nunz. Pagano: «Dapò lo fritto ascette na mpanata, Che nfi a lo cielo l’addore nne jeva, De pulle, auciello e carne mpasticciata. Auta no parmo, tanto chiena steva» (Le bbinte rotola de lo valanzone, XVI. 29). — Allessa, lesso.
  8. Peto.