Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
xxiv | introduzione |
A Napoli il nostro Giambattista tornò quasi come un forestiero:
Nè meraviglia fia se conosciuto
Per cittadia non son, mentre mi rende
Lungo peregrinar tanto diverso
D'habito e di costumi.....
Dopo sì lunga assenza, egli trovò molte cose cangiate, molte cose nuove. Nella sua famiglia, era sorta una celebrità: sua sorella, l’Adriana, s’era rivelata eccellente cantatrice, e aveva acquistato gran fama, ed era attorniata da una schiera d’ammiratori, che ne lodavano l’arte del canto, la bellezza, la somma onestà1.
I coniugi Barone erano ai servigi del Principe di Stigliano, D. Luigi Carafa2. E la sorella illustre diventò la protettrice del povero ed oscuro poeta: la cantante stese le sue ali sul poeta. — Nel 1608 il Basile pubblicava a Napoli la prima sua opera, che si trovi alle stampe: Il pianto della Vergine, breve componimento in tre canti, sul genere delle Lagrime di S. Pietro del Tansillo3. E,
- ↑ Vedi Ademollo, La bell’Adriana, Cap. I.
- ↑ Intorno a costui che fu il quarto principe di Stigliano, Duca di Mondragone, ecc, v. B. Aldimari, Famiglia Carafa, Nap., 1691, II, 391-6.
- ↑ Chioccarelli cita: Nap., 1608 (De illustribus scriptoribus, T. I, Neap., MDCCLXXX: pp. 303-5). Il D’Afflitto: Nap. Per Tarquinio Longo, 1608 (Mem. degli sor. del regno di Nap., Nap., 1794, II, 68 sgg.). Il Basile lo ristampò a Mantova, per gli Osanni 1613, seconda impressione, e gli editori dicono che fu «quasi nella fanciullezza la prima volta mandata in luce». Cfr. append. B. Nell’ediz. di Mantova è accompagnato da altre poche rime spirituali,