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xxii | introduzione |
Non sappiamo se il Basile, dopo aver preso parte a questa dimostrazione guerresca, tornasse a Creta. Certo, se vi tornò, non vi rimase:
Dopo avermi, dico,
Avezzato a soffrir l’aspre fatiche
De l’armi in sen de la nodrice amata
Del Regnator d'Olimpo,
Per cercar miglior sorte,
ne scorsi
Mille famose rive.
E, risalendo verso l’Italia, prima di tutto, andò a Sparta:
Onde la bella Greca
Portò l’incendio a le troiane mura.
E poi, girò pel promontorio Tenaro (capo Matapan):
onde discese
Al cieco abisso il domator dei mostri.
E poi, nella Messenia:
Al lido, onde si parte
L’innamorato Alfeo, seguendo l’orme
De l’amata Aretusa.
E poi, nell’Arcadia e nell’Elide:
Ove ne corre il fiume, onde s’accrebbe
A la Copia tesor, glorie ad Alcide.
E poi ad Itaca, la reggia
Del saggio ingannator de le Sirene.