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nere lo cuollo sotto a doje gamme1; meglio è fare mille passe a la fine, che restare co tre passe de funa; si non te piglie le bertole2, non t’ajutarrà né Baldo, nè Bartolo»3». Cercannole la benedezione, se mese a cavallo; e, puostose la cagnola mbraccio, commenzaje a camminare fora de la cetate. Ma, comme fu sciuto porta Capoana4, votatose capo dereto, commenzaje a dicere: «Tienete, ca te lasso, bello Napole mio! Chi sa se v’aggio da vedere chiù, mautune de zuccaro e mura de pasta reale?, dove le prete so de manna ncuorpo, li trave de cannamele, le porte e finestre de pizze sfogliate! Oimè, che, spartennome da te, bello Pennino5, me pare de ire co lo pennone!; scostannome da te, Chiazza larga6, me se stregne lo spireto!; allontanannome da te. Chiazza de l’Urmo7, me sento spartire l’arma!; separannome da vuje, Lanziere8, me passa



  1. Int.: esser calcato dai piedi del boia, che gli saliva sulle spalle. Il Garzoni, discorrendo «dei carnefici et boii», dice: «Ma sopratutto è commendato assai, quando fa bene il groppo all’impiccato, o che taglia la testa netta all’homicida, o che lesto come un daino, salta ben sulle spalle a colui che è appeso, come fa mastro Joseffo da Ravenna» (o. c., p. 756).
  2. Bisacce.
  3. Famosi giureconsulti.
  4. Porta ad oriente di Napoli, eretta da Ferrante I d’Aragona.
  5. Pendino, regione, ora quartiere, di Napoli: il pennone era un grande stendardo di color rosso, con le armi del Re e del Gran Giustiziero del Regno, che, nelle esecuzioni di giustizia, era portato da un ministro del Tribunale a cavallo (cfr. Del Tufo, ms. c., f. 139). Così, tutti i nomi seguenti di luoghi di Napoli danno occasione a bisticci e giuochi di parole.
  6. Piazza larga, poco lungi da S. Pietro Martire, detta così perchè allargata a spese dei complatearii (Cel., o. c, IV, 250).
  7. Piazza dell’Olmo, la via detta poi di Porto, con grande e frequentatissimo mercato. Nel Del Tufo, un napoletano, lontano da Napoli, press’a poco come Cienzo, «estimandosi allor quasi infelice», si fa a dire: «Chiazza dell’Ulmo mio, chiazza dell’Urmo, Che llà ti vidi a curmo, ecc.» (ms. c., f. 15).
  8. Via egualmente nel quartiere di Porto. Un tempo c’erano botteghe d’armieri; nel seicento, come finora, «molti ricchi fondaci di