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introduzione | xvii |
di canne invece e di tridenti
Oprai di Marte il ferro; ed io, ch’avezzo
Era a viver ne l’acque,
Vissi lunga stagion tra fiamme e foco
Di folgori terrestri.
Ma saranno stati esercizi militari e non battaglie; perchè allora, — fra gli ultimi anni del cinquecento e i primi del seicento — , Venezia non ebbe altra guerra combattuta se non quella contro gli Uscocchi, che aveva il suo campo d’azione lungi da Candia. A ogni modo quei disagi, — continua il Basile:
Dolci mi feo parer uno de’ più chiari
Lumi, c’ornar giamai di Creta il lido,
De la virtù cadente e fuggitiva
Dolce asilo e sostegno, ond’io per sempre
Devoto gli sacrai l’opre e la vita!
Intende Andrea Cornaro, ch’era letterato e poeta, e tale da far buona lega col nostro povero poeta, diventato soldato di ventura. Il Cornaro aveva istituito in Candia un’accademia detta degli Stravaganti: la quale aveva per impresa un cane fuor di strada, col motto: Et per invia! Il Basile ne fece parte col nome del Pigro Stravagante1.
- ↑ Questo nome apparisce in fronte a molte sue opere. Sull’accademia degli Stravaganti, v. Quadrio, o. c., I, p. 61. L’Imbriani fa menzione di una raccolta di orazioni del Cornaro, che è tra i codd. della Marciana, N. XX: Cl. VIII; fra le quali ce n’ha una: Nella fondazione dell’accademia degli Stravaganti in Candia (Imbriani, Il gran Basile, in Giorn. Napol. fit. e lettere, A. 1875, I, 46-8).