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introduzione cxcv

ragazza della casa baronale dei Bonifati1. Dal che parrebbe che l’Adriana non potesse nascere molto tempo dopo il 1580. Ma neanche molto prima, perchè nel 1625 sappiamo che faceva ancora dei figli2. Dunque, intorno al 1580.

C.

Famiglia del Basile.


L’Imbriani scrive: «Una sua bisnonna (del Basile), la nonna di suo zio, si chiamava Chiarella Usciolo, perchè dice nel Pentamerone: le cose che soleva contareme chella bona arma de zia Chiarella Vusciolo, vava de ziemo, che Dio l’haggia ngrolia!3» (II, i).

Ora queste parole sono messe in bocca a Zeza, una delle vecchie novellatrici, e Chiarella Vusciolo è, evidentemente, un nome fantastico. Cosi nella G. I, Tr. IX, Ciommetella racconta una novella, «che me soleva contare vava Semmonella, ch’haggia recola!». E tanto è vero questo che lo Sgruttendio, nella Tiorba a taccone, comincia una sua poesia:


               Me deceva chell’arma benedetta
               De Zia Chiarella Vusciolo la sera,
               Quanno a la cemmenera
               Stèvamo attuorno tutte quante nchietta....4


Bisogna, dunque, prima di tutto, cancellare questi Usciolo dalla parentela dei Basile.

Delle sorelle del Basile, Adriana, Vittoria e Margherita, come anche dei fratelli, Lelio e Francesco, abbondano le notizie, specialmente nei documenti, raccolti dall’Ademollo. È curioso che Domizio Bombarda, nel Teatro delle glorie, scriva che Francesco Basile era cugino dell’Adriana e Giambattista5: il che è apertamente smentito



  1. Ademollo, o. c., pp. 207, 246.
  2. Ademollo, o. c., p. 291.
  3. Imbriani, l. c., I, 38-9.
  4. Ed. Porcelli. — p. 199.
  5. Nap., 1628, p. 6.