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cxciv introduzione


E non basta. Nel 1608 egli stampò a Napoli un poemetto, intitolato Il Pianto della Vergine. Di questo poemetto fece una seconda edizione a Mantova nel 1613; e lo stampatore diceva che questo poemetto fu mandato alla luce la prima volta «quasi nella fanciullezza dell’autore». E colle stesse frasi, l’editore napoletano delle Avventurose disavventure, nel 1611, accennava alle opere antecedenti del Basile, stampate nel 1608 e 1609. — Ora come, se intorno a quel tempo doveva avere, a dir poco, quaranta anni, poteva essere negli anni della fanciullezza?

Per questa via, dunque, non si giunge a nulla. Ma forse può conchiudersi qualche cosa per un’altra via.

Il Cortese dice in un suo poema d’essere stato amico del Basile fin da fanciullo:

               Che la fortuna amico me facette,
               Da che jeva a la scola, peccerillo1.

Amico, dunque, e, parrebbe, compagno di scuola. Ora queste amicizie non nascono se non fra coetanei. Determinato l’anno di nascita del Cortese, si verrebbe a determinare, approssimativamente, quello del Basile.

Ma il guaio è che anche la data di nascita del Cortese è tutt’altro che sicura. Se non che, il suo nome è sui registri dei laureati dell’Università di Napoli all’anno 15972. La laurea in legge si doveva prendere a 21 anni, e difficilmente si prendeva più tardi, di poco. Il Cortese sarebbe, dunque, nato intorno al 1576. E, intorno allo stesso tempo, il nostro Basile.

A questa età ci riconduce anche ciò che sappiamo della data della nascita di sua sorella, Adriana. La quale nel 1615 trattava un matrimonio per un suo figlio, e, nel 1619, questo giovane sposava una



  1. Viaggio di Parnaso, IV, 40.
  2. L. Settembrini, Le carte della scuola di Salerno e gli autografi d’illustri napoletani laureati nell’Università di Napoli, Nuova Antologia, 1874, vol. xxii, pp. 951-2.