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introduzione clxix

le genti, tutti gli animali nel castello, financo, il fuoco nella cucina, cominciano a dormire. E, intorno al castello, cresce uno spineto così folto, che nessuno può penetrarvi. Dopo molti anni giunge un liberatore». L'attinenza di questa fiaba, — dice il Grimm — , col mito di Brunilde è evidente. « Lo stesso nome: Dornröschen, riconduce alla spina, colla quale Odino punge la valchiria Brunilde, e la immerge in un profondo sonno. Chiusa nell’elmo, e nella corazza, dorme la valchiria, in una stanza inaccessibile e circondata di fiamme, sul monte Hindar. Era riserbato a Sigurd di rompere i suoi legami, cioè di trarre fuori la spina; dopo di che, la sposa. Ed è da notare che, se essa è chiamata Hörgfn, lini datrix, ciò si potrebbe intendere qui piuttosto nel senso di filatrix, perchè tutte le valchirie e le parche filano».

In Francia, è la fiaba della Belle au bois dormant. Anche la fiaba francese comincia colla scena del battesimo, cui intervengono le fate, e continua come nel Dornröschen; solo che le genti e gli animali si addormentano non da sè stessi, ma al tocco della bacchetta della fata. Dopo cento anni, giunge un figlio di re; gli alberi gli fanno largo; va alla bella, s’inchina, e la sveglia. Passa due anni con lei, che gli partorisce una figlia, Aurore, e un figlio, Jour, e la fine della fiaba racconta la. persecuzione della vecchia regina contro questi due bambini, e come vengano salvati.

Nel cunto del Basile, manca la scena dell’invito delle fate e dell’ira di una di esse: vengono solo i saccienti e nevine, e predicano la morte per mezzo di un’aresta de lino. Quest'introduzione si trova invece in un altro


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