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introduzione clxv


E, da circa un secolo, gli studiosi si adoprano a notare queste somiglianze, a raccogliere e classificare i varii racconti e i varii elementi costitutivi di essi, riunendoli in famiglie novellistiche, e, finalmente, a cercar di spiegarsi il modo dell’origine e la ragione della comunanza.

Ogni raccolta porge nuovi elementi ad arricchire e illustrar meglio la storia dei singoli gruppi; il che è la preparazione necessaria, per risolvere le quistioni più importanti, della natura e dell’origine.

Il Cunto de li Cunti conserva versioni importanti e, relativamente, più antiche, di molte novelle tipiche. Accenniamo rapidamente ad alcune delle principali di esse, e alle loro relazioni con lo altre versioni, come un saggio delle osservazioni, cui può dar luogo il libro del Basile.

E noi troveremo, anzitutto, che varii trattenemienti appartengono al gruppo di quella, ch’è la fiaba più famosa e più ricca di storia, la fiaba di Psiche. — Cosi il nono della G. II, nella quale si racconta di Luciella, che, andando ad attinger acqua a una fontana, trova uno schiavo, che la invita a seguirlo, promettendole tante belle cose. Luciella lo segue, per una grotta, in un bellissimo palazzo sotto terra; dove è riccamente trattata e servita. E la sera si corica a un letto, tutto racamato de perne e d’oro, nel quale, a lume spento, le si viene a coricare allato un essere sconosciuto. Alcuni giorni dopo, essa ha voglia di rivedere la famiglia e le sue due sorelle; le quali, invidiose, le mettono in mente il pensiero di scoprire chi dorma al suo lato. E le consigliano di gettar via, la sera, fingendo di berla, la bevanda, o sonnifero, che le porge lo schiavo, e vedere così il marito dormente, e