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introduzione cxli

fredi, sorelle di Eustachio, e Teresa e Angiola Zanotti, sorelle di Giampietro e di Francesco1. La loro traduzione è intitolata: La Chiaqlira dla Banzola o per dir mii fol dìvers Tradôtt dal parlar napulitan in leingua bulgneisa; e fu stampata la prima volta a Bologna il 1713.2

In questa traduzione sono tolte le divisioni in cinque giornate, le introduzioni alle giornate e ai singoli conti, le quattro egloghe. L’introduzione è anche abbreviata, e seguono poi, senz’altro legature, le cinquanta novelle, meglio le 49, perchè la 50.a serve da conchiusione.

Le traduttrici hanno fatto anche cadere molti dei fronzoli, coi quali il Basile capricciosamente le adornava: cosi le descrizioni dell’alba, del tramonto, della notte, ecc., cosi le lunghe parlate, e, in generale, la loro traduzione è più compendiosa dell’originale. «An poss negar, — dicono nell’avvertenza — , ch’ l’ gli avvn pers purassà d’ quel grazi, ch’ gli an in tla so lingua natural; e se ben ch la sostanza dia fola è l’istessa, an’ i è però una somma fedeltà in tla traduzion, part pr n’aver cattà di pruverbi in bulgnes, ch’avvn l’istess significat di napolitan, e pò mi i n ho miss di nusti, ch fors ben n vran brisa dir quel, ch’dseva qui; part anch pr assri multissm cos, ch’ mi n’ intendeva, e ch’ ai ho pò cumpost alla piz, e quest ara cavsà, ch’ l’ sinn armas, in zà e in là, più sec-



  1. Cfr. Quadrio, o. c., I, 210. Che la traduzione del Cunto de li Cunti sia delle donne Manfredi e Zanotti, afferma il Fantuzzi, Notizie degli scritt. bologn.., (Bol., 1781-9), V, 201-2.
  2. Passano, o. c., pp. 46-7. La prima edizione, che cita il Fantuzzi, è quella del 1742.