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cxl introduzione

duzioni, i movimenti delle narrazioni, gli scherzi e i giochetti, e solo deve riconoscersi che in certo modo lo avanza nella facilità del dire e nella correttezza della forma. È un’imitazione intelligente ed elegante.


Anche nel secolo XVIII il Cunto de li Cunti ebbe non poche edizioni. Il monopolio di queste ristampo fu, per la prima metà del secolo, degli stampatori Muzio, che ne fecero un buon numero. E Michele Luigi Muzio lo ristampava il 1714 e 1722, e Gennaro Muzio il 1728. Poi, la Stamperia Muziana il 17491. In tutte queste edizioni continuò la correzione arbitraria del testo, iniziata da quella del Sarnelli.

Le Muse Napolltane ebbero ristampe il 1703 e il 17192, e poi di nuovo nel 17453.

E, nella prima metà del secolo, si faceva del Cunto de li Cunti la prima traduzione, che fu di dialetto in dialetto, cioè dal napoletano nel bolognese. Furono le traduttrici le illustri donne Maddalena e Teresa Man-



  1. Queste edizioni (che io ho sott’occhio), sono descritte dal Molinaro del Chiaro, art. cit., e dal Passano, l. c. Un amico m'indica un suo appunto di un’altra ed. del Muzio del 1708 (?). Il Passano cita anche una edizione stampata nel 1747, e un’altra Nap., s. n., in 8. (?).
  2. Nap., per Giacinto Musitano, — Martorana, o. c., p. 23.
  3. Le Mmuse napoletane ecc. Ded. a D. Giovanni Columbo, A Napoli, MDCCXLV, Per Dommineco Langiano e Dommineco Vivenzio compagne (pp. 131 num., e 10 inn. a princ.).