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introduzione cxxxiii

il Nicodemi nelle sue Addizioni alla Biblioteca Napoletana del Toppi1. E, colle ristampe e colle letture, vanno di pari passo le imitazioni: che non mancano mai alle opere, che hanno un’impronta nuova e originale, come è appunto questa del Basile.

Tra i lettori e gli ammiratori del Basile, c’era quel napoletano spirito bizzarro di Salvator Rosa. Ed è notissimo, che, quando Lorenzo Lippi prese a scrivere il Malmantile riacquistato, «grandissimi furono ancora gli stimoli, che ebbe a ciò fare da Salvator Rosa, non men rinomato pittore che ingegnoso poeta. Da questo ebbe poi il libro, intitolato Lo Cunto de li Cunti overo Trattenimiento de li Peccerille, composto al modo di parlar napolitano, dal quale trasse alcune bellissime novelle, e, messele in rima, ne adornò vagamente il suo poema»2.

Il Malmantile fu pubblicato, postumo, il 16763. Il Lippi aveva avuto, tra gli altri scopi, uno simile a quello del nostro Basile: come questi del napoletano, egli voleva mostrare la ricchezza del parlar volgare fiorentino. Ma quanto è inferiore, nel resto, la sua opera al Cunto de li Cunti! Opera fredda, insignificante, che pareva scritta pel solo scopo d’essere aggravata, come fu poi, dalle note linguistiche di Paolo Minucci4.



  1. Nicodemi, Addizioni copiosissime, ecc., In Napoli, 1683, p. III
  2. F. Baldinucci, Vita di Lorenzo Lippi (a capo dell’ediz. napol. del Malmantile riacquistato, a cura di Gabriele de Stefano, Napoli presso Gabriele Sarracino, 1854).
  3. II Lippi era morto nel 1664.
  4. L’edizione colle note del Minucci fu pubblicata il 1688.