glie, appassionato cultore del dialetto napoletano, che allora serviva, a quanto sembra, da correttore nella stamperia del Bulifon1.
Il Cunto de li Cunti fu, in quest’edizione, intitolato, per la prima volta, sul frontespizio: Il Pentamerone: titolo più breve, che ricorda illustri precedenti, e che perciò prevalse2. Ed, anche sul frontespizio, è detto «co tutte le zeremonie corrietto»; e, certo, il Sarnelli vi spese intorno molte cure. Ma queste cure non ebbero un risultato degno di lode. Il Sarnelli era uno di quei buoni editori all’antica, che credevano loro obbligo il far da collaboratori cogli autori, che ristampavano. Egli comincia col lamentarsi, giustamente, delle ultime ristampe, che s’eran fatte del Cunto de li Cunti: «l’angresta de l’utema stampa l’havea fatto na magriata de manera che manco lo Patre (che lo cielo l’accoglia ngrolia!), se fosse vivo, l’haveria canosciuto pe figlio sujo». E, riguardo all’ortografia, ebbe un eccellente criterio: «M’è parzeto cosa conveniente, — egli dice — , lassarelo stare sto povero popillo co chella artocrafia, che l’aveva lassato lo
- ↑ Nel Celano (Avanzi delle poste, pp. 318 sgg.) c’è un dialogo, nel quale apparisce il Sarnelli, che andava «alla stampa del Bulifon» a correggere i fogli di un poema, che pubblicava un tal De Notariis.
- ↑ II Pentamerone del Cavaller Giovan Battista Basile, overo lo Cunto de li Cunte, Trattenimiento de li Peccerille di Gian Alesio Abbattutis Novamente ristampato e co tutte le zeremonie corrietto. All’Illustriss. ecc. Pietro Emilio Guaschi, Dottor delle leggi e degnissimo Eletto del Popolo della fedelissima Città di Napoli, In Napoli, ad istanza di Antonio Bulifon, Libraro, all’insegna della Sirena, MDCLXXIV, di pp. 653 num., più 12 inn. al princ. e 3 alla fine.