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IV.
Fortuna del Cunto de li Cunti. — Traduzioni e imitazioni.
Alle prime, che si son viste, seguirono subito altre edizioni del Cunto de li Cunti. Varie ne fece lo stampatore Camillo Cavallo; una, tra le altre del 1644, dedicata al signor Felice Basile1; un’altra del 1645, dedicata di nuovo al P. Alfonso Daniele2.
Nel 1674 l’editore Antonio Bulifon, un francese stabilito a Napoli, «vedendo, — com’egli stesso dice — , che veniva sommamente desiderato questo, altrettanto arguto quanto giocoso, Pentamerone del vivace e bizzarro ingegno del Cavalier Giovan Battista Basile», fece sì che, «ridotto alla vera lettione, per mezzo delle stampe ei rinascesse». Chi lo ridusse alla «vera lettione» fu un abate pugliese, Pompeo Sarnelli, poi vescovo di Bisce-
- ↑ Per Camillo Cavallo MDCXLIV, ad istanza di Salvatore Rispolo, un vol. di pp. 654 Passano, Novell. ital. in prosa, Bol., 1868. I, 43-8). Ma la ded. ha la firma del 2 febbraio 1654. Sbaglia il frontespizio, o la dedica? Da una parte, parrebbe, il frontespizio, essendo molti gli esempi di questi sbagli di decine d’anni in numeri scritti in cifre romane. Ma in questo caso credo che vi sia sbaglio nella data della dedica, perchè ho visto un’edizione delle Muse napolitane, del 1643, anche pel Cavallo, fatta anche ad istanza del Rispolo.
- ↑ In Napoli, Per Camillo Cavallo, MDCXLV, ad istanza di Gio. Antonio Farina. La ded. è in data 30 ottobre 1645. Il Cavallo dice che l’opera del Basile «è si fattamente stata gradita dall’universo, che sono forzato a darla in luce in questa terza impressione»