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po l’altra, hanno invaso la valle desolata trasformandola in giardino, dandole fisionomia italiana, hanno riempita di villaggi dall’aria nostrana e dal nome veneto, vi hanno portato l'ignorata ricchezza della vigna, l’oro e il rubino dei vini. Abbiamo percorso passo passo questa terra, ci siamo fermati ad ogni centro, ci siamo seduti presso alle fontane ad ascoltare le donne che andavano per l’acqua e i contadini che conducevano i buoi all'abbeveratoio, siamo entrati nei negozi e nelle taverne per udir parlare la gente, siamo accorsi al pigolìo dei bimbi che uscivano dalle scuole (tedesche) e non abbiamo udito altro idioma che il dolce dialetto della Venezia Tridentina. Talvolta, vedendosi ascoltato da uno sconosciuto, qualcuno taceva sospettoso, qualchedun altro continuava il discorso in un bizzarro tedesco da portiere d’albergo, perchè questo è l’ordine dei superiori: ma la lingua imbarazzata ricadeva subito nella loquela familiare. Italiana è la lingua del focolare. Abbiamo sott’occhio gli elenchi degli alunni delle scuole tedesche classificati per nazionalità e per lingua. Vi è dall’80 al 96 per cento di nomi italiani e italiana è la parlata materna di questa enorme maggioranza costretta a balbettare tedesco appena entra nel Kindergarten.

In questa zona vivono i todeschi che i parla per talian. Molti di loro quando vogliono scrivere deutsch scrivono taisc con una ortografia che urla: Italiano! L’anno scorso a Laives ed in altre bor-