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era rovesciata. Le discussioni col Verband non approdarono ad una conclusione solo perchè il Commissario Generale, presente, fece rilevare che un Governo non può trattare con dei cittadini su questioni costituzionali di pertinenza del Parlamento. Ma in compenso i rappresentanti del Verband ebbero la consolazione di sentirsi dire da altri che l’autonomia avrebbe permesso loro di attendere con pazienza il momento in cui si sarebbero ricongiunti alla Gran Madre Germanica.

A questo si era giunti, con una leggerezza magnanima, per amore di semplificazione, senza sapere che cosa fosse l’Alto Adige e che cosa rappresentasse, senza sapere come altre nazioni avevano risoluto problemi analoghi al nostro, ma molto più vasti e difficili. Il Deutscher Verband, che ha anche dei membri stranieri nel suo seno, è stato elevato quasi a governo provvisorio, senza altri limiti di potere che quel rispetto formale ed esteriore alla legge proprio dell’anima germanica. Ebbene, si avrebbe torto se si credesse che tutte le genti dell’Alto Adige ne siano contente.

Vari buoni tedeschi alto-atesini, di quelli che pensano si possa essere dei leali sudditi dell’Italia conservandosi tedeschi, che vedono la fortuna del loro paese nella collaborazione sincera delle razze, come avviene nella vicina Svizzera, che ne hanno fin sopra ai capelli delle avventure pangermaniche e che rappresentano in fondo la maggioranza in quei ceti che non vivono di politicantismo, mi