Pagina:Barzini - Una porta d'Italia col Tedesco per portiere, Caddeo, Milano, 1922.djvu/118


— 108 —


Abbiamo lasciato dire se non altro per istruirci. Molti vituperi mescolati ad alcune opinioni sono saliti ufficiosamente all’onore della traduzione (in Tribunale? no) in italiano per mostrare agli Italiani gl’inconvenienti a cui si va incontro quando si ha l’imprudenza di vincere una guerra, e per dare ai tedeschi una severa lezione di tolleranza.

Reut-Nikolussi combatteva l’Italia anche prima della guerra. Che volete, vi sono delle inclinazioni invincibili. Faceva attivamente parte di quel Volksbund che lavorava all’intedeschimento del Trentino, vasta Associazione potentemente finanziata che andava spegnendo la favella italiana da scuola a scuola, da chiesa a chiesa, in cooperazione con la Süd-Mark. La Süd-Mark operava nel campo economico, comperava terreni, tanto nel Trentino quanto nella Carninola, e vi piantava colonie tedesche, suscitando sempre più al sud interessi ai quali si abbarbicassero le radici della germanizzazione. Ad analogo scopo serviva lo sport del Deutscher und Osterreicher Alpenverein, che coltivava con le sue carovane l’uso del tedesco nelle valli italiane, costruiva rifugi-propaganda sulle nostre montagne e diffondeva la geniale teoria dei rapporti fra il diritto tedesco e le piante conifere. Dove cresce l’abete la terra è scientificamente germanica. La penetrazione tedesca dovuta a questi sforzi combinati era costante ma lenta, quando la guerra permise l’applicazione di metodi più sbrigativi. Nella primavera del 1918 la vittoria tede-