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la crisi dell'offensiva 35


si, arretrando per salvarsi, cedendo fortezze e province pur di sfuggire alla continua minaccia dell’accerchi amento, poterono arrivare ad appoggiarsi a solide linee di difesa e a rinsanguarsi di nuovi munizionamenti, non si sentì più parlare di falange e l’offensiva tedesca marcò il passo.

I francesi dal canto loro, dirigendo la preparazione agli stessi scopi, prepararono qualche cosa di più grande e di più possente ancora della falange. Sì misero in condizione da potere ad un momento dato rovesciare sopra una limitata fronte di attacco, nel giro di poche ore, quantità immense di granate per spianare la via all’assalto. Se i dati arrivati a nostra conoscenza sono esatti, l’offensiva francoinglese di settembre avrebbe consumato sei milioni e mezzo di proiettili di artiglieria grandi e piccoli: cioè la massa di munizioni che, secondo i calcoli precedenti la guerra, avrebbe dovuto servire per le operazioni di tutto l'esercito francese durante un anno intero di ostilità. Con tutto questo, l’offensiva francese dopo avere sfondato su venti chilometri la formidabile prima linea di resistenza tedesca, dopo avere avanzato fulmineamente di due, di tre, di quattro chilometri, è arrivata alla seconda linea e ha dovuto fermarsi. Non bastava lo sforzo immane; sarebbe stato necessario rinnovarlo. E non è possibile rinnovare immediatamente uno sperpero di energie e di ricchezze la cui