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la sorpresa 333


La grande nave illuminata cominciava a rivelare certi particolari della sua forma. Aveva due file di hublots che occhieggiavano lungo gli alti fianchi, e delle lampade disseminate sul ponte rischiaravano dei passaggi, dei cantucci fra le soprastrutture, delle parti di attrezzatura. Ma la luce stessa nascondeva i profili del piroscafo che si perdevano incerti nel buio.

Le siluranti si avvicinavano.

A poco a poco il trasporto militare austriaco si definiva, si completava, prendeva una fisionomia, assumeva contorni concreti, si delineava tutto, ombra su ombra, ma consistente, tagliente, nero. Si vedevano due alberi alti, a prora e a poppa, inclinati e sottili, una gran ciminiera fra loro, il ponte di comando ampio e dominante.

Le siluranti si avvicinavano.

Ad un tratto si sono slanciate.

È stata quella di sinistra che ha dato il segnale dell’attacco. È stata quella di destra che ha scoccato il primo siluro.

Erano a poco più di trecento metri dal trasporto di guerra austriaco, quando l’ufficiale che conduceva la prima imbarcazione ha dato la voce ai suoi torpedinieri: Pronti! — e ha ordinato ai macchinisti: Tutta la forza! — I motori hanno urlato e il battello è balzato avanti impetuosamente in una vertigine di spuma. Il compagno ha creduto che avesse già