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sott'acqua 305


fuso, incomprensibile, una frenesia di piccole fiammelle nivee traspare fra i buchi dell’acciaio: sono residui d’aria che la pressione tiene prigionieri.

Ma ecco che il sommergibile risale, la pressione diminuisce, ed una fantastica, turbinosa, brillante nevicata si sprigiona dalle inferriate, una nevicata che sale con infiniti scintillamenti di argento. L’aria si libera in miriadi di perle che si innalzano a giri capricciosi e ingrossano fuggendo, lucide e leggere. L’acqua non è più acqua, l’aria non è più aria, tutto è trasfigurato da un incantesimo. Il mondo vero è così lontano!

Una forma chiara ed oblunga passa veloce ed obliqua ondulando un fascio di code sottili: qualche molle abitatore delle profondità che fugge. Il battello continua a salire, ed improvvisamente, attraverso il cristallo, in alto in alto appare una distesa di mobili chiarori, un ondulare di seriche pieghe, un agitato velario di luce. È la superficie del mare che si avvicina.

I motori si fermano; il sommergibile ascolta; riprende l’ascesa. Quando il periscopio sta per emergere, un’ombra appare e sovrasta. Una visione meravigliosa e assurda si precisa. L’ombra è il riflesso del battello. Esso è specchiato dalla calma superficie del mare che gli sta sopra. È dominato dalla propria immagine rovesciata, oscura, fluida, oscillante, impossibile.

Barzini. Fra le Alpi, ecc.