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sott'acqua 297


Aveva percorso circa un miglio sott'acqua. Ascoltò. Nessun rumore. Per la seconda volta mise fuori dalle onde la punta del periscopio.

Il mare era deserto in direzione della prua. Ma appena girò l’obiettivo in esplorazione, il sottomarino rivide la nave nemica. Era a destra, verso poppa, a cinquanta o sessanta metri. Non lo aveva lasciato un istante, si era tenuta sopra a lui durante tutta l’evoluzione.

Le cannonate ricominciarono a tempestare l’acqua. Delle granate scoppiavano quasi sulla groppa del «V.L.A.». Qualche scheggia urtò la torretta e tutto il battello rintronò cupamente. Impossibile far niente. Unico scampo, l’immersione immediata a tutta forza, se già non era troppo tardi.

Infatti, mentre il «V.L.A.» incominciava a riaffondare, il comandante si ritrasse con uno scatto subitaneo dal periscopio, e al secondo ufficiale che lo guardava interrogativo disse, con voce calma ma bassa e opaca:

— Bel lancio!

— Cosa?

Il comandante rispose con un gesto solenne della mano come per dire: Aspetta! — e rimase immobile. Aveva visto il comandante dell’U.64 sporgersi dalla plancia per ordinare il lancio di un siluro dal tubo di sinistra. Avrebbe potuto riconoscere quell’ufficiale austriaco fra mille. Quasi nello stesso istante il siluro era balzato nell’acqua in un ventaglio di spruz-