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nelle acque del nemico 279


senza di navi sulla rotta. Una vivida luce di meteora immediatamente balena all’orizzonte, ha brevi intermittenze, si spegne. Anche la squadriglia è scorta. La luce, un raggio di proiettore, ha lanciato una interrogazione sul mare.

Ha lanciato una parola d’ordine. Le flotte alla notte si riconoscono così. Bisogna, interrogati, sapere la controparola o fare a cannonate. Il cacciatorpediniere sa la controparola. Le navi sulla rotta si sono rivelate per le unità di appoggio distaccate per portare aiuto alla squadriglia in caso di combattimento. Un getto di luce candida palpita a prora e risponde.

Dopo un po’ i due proiettori ricominciano a parlare: «Avete eseguito?» — chiede la meteora lontana. — «Sì». — «Congratulazioni». L’oscurità squarciata un momento dalle parole lampeggianti si richiude. All’oriente le stelle impallidiscono.

«Pari di guardia!.... Pari di guardia!» — il secondo nostromo passa ed avverte. Una metà dell’equipaggio torna a sdraiarsi sul ponte. I pari di guardia asciugano la rugiada sui cannoni.