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nate. Vince chi ha nel cuore ostinata la volontà di vincere. Prima di essere materializzata nel fatto la vittoria deve vampeggiare di assoluta certezza nel cuore degli ufficiali e da esso irradiare irresistibile con palpiti di gioia nel cuore dei gregari. Una ferrea disciplina è indispensabile per conseguire quella vittoria che il paese aspetta fidente e che il suo esercito deve dargli».... Sono sue espressioni, queste, piene del suo stesso penetrante fervore; sono tanti colpi di martello sul ferro incandescente di un’arma che si forgia. Non una frase retorica; tutto è vivo, tutto è vero, veemente di convinzione.

I particolari delle sue istruzioni sono tessuti di evidenza, indicano una conoscenza perfetta di ogni minuta necessità, materiale e morale. Se i suoi ordini avessero trovato ovunque e sempre una esecuzione illuminata e precisa, ben altri vantaggi avremmo strappati alla sorte. Egli sa che cosa bisogna fare e che cosa occorre per fare. In altri tempi egli avrebbe già trionfato. Ma nella guerra moderna, guerra di industrie, guerra di attività nazionali, tutte le più straordinarie qualità di un condottiero di masse non bastano a garantire il raggiungimento della vittoria finale. Egli non può che impiegare nel modo più razionale ed efficace i mezzi di cui dispone, ed indicare quelli indispensabili al successo. Li calcola, li chiede, li adopera: non li crea.