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l'assalto al passo del cavallo 151

trincee nemiche, alpini e fucilieri sono balzati avanti urlando. La lotta a corpo a corpo è stata breve nei primi trinceramenti, dove le granate avevano già fatto strage. Una cinquantina di austriaci superstiti si è subito arresa. Ma la massa dei difensori aveva cercato uno scampo nelle gallerie di accesso scavate nella neve. Qui la mischia si è ingolfata, spaventosa e fantastica.

Si combatteva ferocemente nell’ombra glauca di anguste grotte cristalline e diafane, sepolti nel gelo, rinserrati fra pareti lucenti e senza fine, curvi sotto basse vôlte irregolari scabrate da stalattiti di ghiaccio, sperduti in labirinti favolosi pieni di pallidi riflessi da profondità marine, lontani dal giorno, lontani dal mondo. Era un assalto da talpe per cunicoli bianchi, un assalto che passava veemente lasciando dietro di sè mucchi di morti e un gran silenzio nelle cripte paurose. Un centinaio di cadaveri austriaci è rimasto là dentro.

L’assalto è arrivato agli sbocchi, ha preso la seconda linea di trincee, e si è fermato al di là, sul declivio scoperto. Fino allora non avevamo quasi avuto perdite. L’azione rapida aveva sopraffatto il nemico al primo urto.

Sul declivio nevoso, oltre le posizioni, le mitragliatrici nostre dal Freikofel avevano falciato gli ultimi fuggiaschi. Sono cominciati subito i lavori di insediamento al limite della zona conquistata.

Ma all'improvviso un fuoco concen-