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L'ASSALTO AL PASSO DEL CAVALLO 147


ciava. All’alba si è vista la neve tutta calpestata rotta, sconvolta avanti alle trincee nostre, macchiata di sangue, con una decina di cadaveri austriaci mezzo affondati nel candore, simili a oscuri corpi di annegati galleggianti a fior d’acqua.

Probabilmente gli austriaci non avevano inteso di portare un attacco deciso su quel lato, ma di tastare, di tentare, di profittare di ogni possibilità, di sfruttare la sorpresa, e sopra tutto di disorientarci con un’azione che, anche non riuscendo, sarebbe diventata utile se ci avesse costretti a distrarre forze dal Pal Piccolo. L’attacco del Pal Grande infatti è avvenuto un poco prima della presa di Quota 1859.

Noi pure, preparandoci a quel contrattacco prodigioso che ci ha ridato il possesso della vetta espugnata dal nemico (cioè, non espugnata: rubata; la tattica nemica, abile certo, somigliava molto ad un procedimento da scassinatori) noi pure abbiamo pensato ad una azione complementare che preoccupasse il nemico e lo costringesse a correre alla difesa in altri punti. Soltanto, la nostra azione di stornamento è riuscita.

È riuscita, di pieno giorno, e ci ha dato il possesso di una solida posizione avversaria, che nessun contrattacco ha più potuto strapparci. È stata una vera, piccola e perfetta battaglia, che ha avuto una influenza grande nel successo di Pal Piccolo. Ricorderete come la sola