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L'ASSALTO AL PASSO DEL CAVALLO.

30 marzo.

Nella ora stessa in cui gli austriaci occupavano di sorpresa la vetta estrema di Pal Piccolo, una analoga azione essi tentavano contro il Pal Grande. Il loro piano era vasto.

La distanza delle trincee austriache dalle nostre sulla cima di Pal Grande è brevissima; in certi punti non supera i venti metri. Noi siamo in alto, loro sono sulla costa; un molle declivio nevoso ci separa. I trinceramenti sono tutti fatti di neve, alcuni metri sopra a quelli scavati nella roccia. Ad ogni nevicata il livello delle posizioni saliva di qualche palmo. E ad ogni nevicata si ripescavano i «cavalli di Frisia» sepolti che erano rimessi in opera alla nuova superficie. Nel biancore soffice delle nevi che tutto confonde, le posizioni nemiche, così vicine, non si scorgono al primo momento che per la siepe di quei «cavalli di Frisia» mezzo affogati, che sporgono le braccia delle loro croci, un intreccio sottile bianco e nero, tutto fiorito e ricamato di ghiaccio.

Sul Pal Piccolo gli austriaci avevano avuto

Barzini. Fra le Alpi, ecc.