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126 la battaglia fra le nevi


Delle truppe nuove erano state concentrate a Mauthen. Fra queste, per sostenere la parte più dura dell’azione, erano delle unità composte di uomini della regione: battaglioni di cacciatori carinziani. Al loro arrivo sui luoghi era stato distribuito a questi montanari un proclama del generale Rohr, comandante la zona. È stato trovato sui morti, insanguinato, il volgare documento austriaco, stampato come una canzonetta, illustrato da una veduta dei monti della Carinzia sormontati da un’enorme aquila in volo, dalle ali tese. Esso dice:

«Contemporaneamente ai vostri compatrioti «del reggimento Rhevenhüller voi giungete nella vostra amatissima Carinzia. Dopo centinaia di battaglie, di attacchi e di combattimenti, nei lontani e nei prossimi confini, voi vi siete mostrati valorosi al cospetto dell’intero esercito. Il vostro comandante vi richiama ma non ancora per i lavori della pace. Voi dovete ancora ricacciare il vostro nemico acerrimo, il traditore e spregevole italiano. Sui confini della Carinzia i vostri camerati di tutti i distretti dell’Austria-Ungheria lo hanno finora tenuto a bada. Anche adesso egli non deve forzare i vostri monti. Nessun piede italiano deve mai calcare il suolo della Carinzia. Come è suonata l’ora dei russi, dei serbi, dei montenegrini, così verrà l’ora in cui gli italiani morderanno la polvere dinanzi agli stendardi degli Absburgo».