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122 la battaglia fra le nevi


qualche tempo si è creduto che anche allora si trattasse di uno di questi sussulti della vigilanza nemica. Ma il fuoco continuava.

Poi tutte le cime nevose sono apparse vividamente illuminate dallo splendore azzurro dei razzi austriaci. Il solenne panorama dei picchi, dei canaloni, delle vallette, immenso, vario, fantastico, pieno di violenza in alto, dove le rocce nere irrompono, e di mollezze nei ripieghi e nei dorsi colmi di neve e ammorbiditi, palpitava, acceso e come fosforescente, netto e preciso sullo sfondo tenebroso del cielo, a quella luce fantastica che pareva il bagliore meteorico di prodigiose stelle filanti. Su tutti i fili telefonici sepolti nelle nevi le informazioni correvano.

La prima notizia, mandata dai ricoveri Cantore, situati alle spalle delle posizioni di Pal Piccolo, diceva: «È un piccolo attacco alla quota 1859, niente di grave». Ma poco dopo, dal baraccamento detto Castello Rosso, eretto sul rovescio della Quota stessa, il capitano che comandava la difesa in quel punto chiedeva rinforzi. Con un colpo di sorpresa il nemico si era insediato sul «trincerone» della vetta.

— «Contrattaccate subito!» — ordinava dalla sua baracca il tenente colonnello comandante il settore, un bel tipo di alpino dalla faccia rasa da marinaio.

— «Ho tentato — rispondeva il capitano, un valoroso decorato con la medaglia di ar-