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56 capitolo iii.


geva i coolies ad una ripresa del laè, laè-la, e procurava alle bestie un minaccioso scocchio di frusta. Il vecchio dallo stendardo era naturalmente all’avanguardia. I marinai fiancheggiavano l’automobile, dando di tanto in tanto un buon colpo di spalla alle ruote come si fosse trattato d’un cannone da portarsi in posizione sulla cima d’una montagna. Ettore, solo sulla macchina, immerso fra le pieghe d’un incommensurabile costume da pioggia che lo faceva sembrare un pescatore bretone, teneva il volante con l’attenzione Manovra per deviare una ruota interiore incastratasi in un solco profondo.
Un cooly la spinge col piede mentre il Principe Borghese dirige agli sforzi d’una cordata.
d’un timoniere alla ruota, e comandava le sue schiere a colpi di tromba. Un colpo: avanti! due colpi: Alt!, ma le schiere avevano spesso bisogno di segnali duplicati, e da allora la tromba dell’Itala cominciò per la fatica ad ammalarsi di una raucedine che doveva renderla muta. Pietro chiudeva la marcia, a cavallo, il capo coperto da un enorme cappello di paglia il quale, per un ingegnoso adattamento di nastri, aveva preso la forma civettuola di un cappello da signora, stile direttorio. Il degno Ma-fu portava quella cuffia elegante con molta dignità. Conveniamone, mai un