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54 capitolo iii.


fa pensare ad una guarnigione messa in altri tempi a guardia del passo e dimenticata. E forse veramente discende dalle soldatesche tartare stabilite lì dopo la conquista mancese, soldatesche le quali, col trascorrere del tempo, avranno abbandonato e perdute le armi inutili senza abbandonare il loro posto, inconsciamente fedeli ad una consegna secolare.

La prima giornata di marcia è finita. Sono le due e tre quarti quando entriamo nel piccolo albergo cinese che Pietro, il Ma-fu, ha scelto per nostra residenza. Abbiamo percorso soltanto sessanta chilometri. I nostri marinai ci sono intorno festanti; ci annunziano che i bagagli sono giunti sani e salvi, che un buon fuoco per asciugarci è acceso nella miglior camera, che dei polli stanno cuocendosi: tutte notizie confortanti. L’Itala trova posto fra i carri, i muli, i cavalli e i carovanieri che ingombrano la prima corte e vi creano la caratteristica, sbalorditiva confusione d’ogni albergo cinese.

Ci rechiamo più volte nel pomeriggio fuori del paese, sulla strada percorsa, sperando d’incontrare le altre automobili: saliamo sulle mura merlate dalle quali lo sguardo si spinge lontano nella pianura, ma fin dove arriviamo a vedere, la solitudine è assoluta. Alle quattro osserviamo un gruppo di gente che sale al villaggio; viene dalla stazione ferroviaria di Nan-kow, lontana due chilometri; trascina qualche cosa. Trascina il triciclo Contal. Pons e il suo meccanico, affannati, sudanti, lavorano anch’essi al trasporto della macchina. Sul volto di Pons vedo una preoccupazione dolorosa. Appena fuori della porta di Pechino egli ha dovuto rinunziare a proseguire la via. Il triciclo che può essere eccellente sulle buone strade, è inutile sulle cattive. Esso ha due ruote direttrici e una motrice; sulle prime grava il peso del veicolo; vi è dunque una enorme resistenza ed un piccolo appoggio per l’impulso; basta una qualche difficoltà del terreno perchè la ruota motrice giri a vuoto strisciando sul suolo. Pons è stato costretto a tornare indietro e caricare la sua macchina sul treno, deciso a raggiungere ad ogni costo la Mongolia dove spera di trovare un terreno favorevole.