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512 capitolo xxiii.


e riconosco nell’espansiva persona che mi riceve così il solenne guardaportone del Matin, che non ha più potuto contenere la sua commozione, e si è slanciato.

Ci sentiamo trascinare nell’interno del palazzo in mezzo ad un clamore assordante. Una musica suona la marcia reale italiana. Rivedo dei colleghi, degli amici, e stringo le loro mani senza poter parlare. Non so come, ci troviamo fasci di rose sulle L’arrivo al Matin. (Da una eliotipia F. La Delry, Parigi) braccia. La folla di fuori urla, e il suo ruggito di tempesta copre alle volte le note della musica. Il popolo chiede di rivedere le prince, e Borghese è spinto sul balcone, si affaccia, saluta graziosamente tenendo in mano un gran mazzo di fiori. Si stappano bottiglie di champagne, si pronunciano discorsi, si fanno dei brindisi. Siamo fotografati al magnesio con e senza fiori.... E poi quel che è avvenuto io non so. Mi sono allontanato, quietamente, e ho avuto la felicità di rientrare ignorato tra la folla, abbandonando il Principe alle sofferenze della popolarità.