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parigi 501


guri, pur dichiarando sinceramente di non capire che gusto ci sia a fare un simile viaggio senza nemmeno un compenso. Arrivano degli automobilisti; il cortile s’empie di gente, di fumo, di strepito.

Quando, dopo colazione, stiamo per ripartire, degli ammiratori troppo entusiasti, volendo una reliquia della nostra macchina, si precipitano sopra il “guidone„ — la piccola bandierina triangolareArrivo a Mosca. — Il corteggio automobilistico. che avevamo fissata sul davanti della vettura — la stracciano e se ne dividono i pezzi. Difendiamo a stento la grande bandiera di poppa. Allora pretendono di tagliare scheggie di legno dalla carozzeria, e le lame dei temperini sono già in moto. Ancora un poco, e l’automobile sarebbe saccheggiata, demolita, distrutta da tanta simpatia. Ma al primo tocco di pedale la buona macchina, come se avesse capito il pericolo, balza avanti e si salva. Sono le ore tre. Le gotiche cuspidi alte e traforate della cattedrale spariscono. Scendiamo verso la Marna, tra gli ubertosi vigneti.