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14 capitolo i.


compagni di viaggio sarebbero partiti alla data stabilita anche senza passaporti, e che il Governo cinese era tenuto a rispondere della loro sicurezza. Cercati inutilmente nuovi pretesti per non cedere (fra i quali quello che non era possibile disturbare, per oscure ragioni politiche, i principi mongoli) finalmente il Wai-wu-pu si decise a rilasciare i desiderati passaporti per la Mongolia contentandosi, come ultima soddisfazione atta a “salvare la faccia„, di rifiutare la loro traduzione in mongolo. Questa traduzione, in verità, avrebbe troppo disturbato i principi. E poi, bisognava ben rifiutare qualche cosa agli stranieri, per un sacrosanto principio, e per non creare precedenti pericolosi.

Le trattative dei passaporti fornirono un allegro argomento di conversazione ai ritrovi della piccola città diplomatica di Pechino. Ma nella realtà l’argomento era serio. Esso dimostra che il Governo cinese è oggi quello che era prima delle spedizioni internazionali di sette anni or sono; in esso la stessa ostilità contro gli stranieri, la stessa ignoranza sulle loro cose, una immutata arroganza e una immutata malafede. Le invasioni, le stragi, la guerra in Manciuria, non hanno modificato in nulla gli uomini e le menti cinesi. E qualche solitario che segue attentamente tutti i piccoli fatti nelle quotidiane relazioni diplomatiche col Governo cinese, riconosce oggi i gravi sintomi di xenofobia che precedettero l’assedio alle Legazioni, e prevede una nuova êra di sangue.

L’attesa dei passaporti non ritardava i preparativi per la partenza delle automobili. Da Shang-hai, per la ferrovia di Han-kow, era giunto un carico di benzina e di olio destinato ai rifornimenti lungo la via della Mongolia. Una carovana di 14 muli era partita da Pechino con questo carico, e il giorno 4 di Giugno un telegramma spedito dalla Banca Russo-Cinese di Kalgan annunziava che 19 cammelli si trovavano già in viaggio per la Mongolia sotto la guida di un Lama carovaniere, trasportando ai pozzi di Pong-kiong, di Udde e alla città di Urga la benzina e l’olio. Un primo deposito ci aspettava a Kalgan.