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dal volga alla moskwa | 449 |
fortuna avevo sotto mano le persone più influenti della città che telefonarono, corsero all’ufficio, parlamentarono, e tornarono trionfanti. Il telegramma sarebbe partito.
— Ognuno fa il comodo suo! — esclamarono come commento. — L’ufficio trovava che il dispaccio era troppo lungo....
— Sono i tempi!
Era passata da un pezzo la mezzanotte quando fu bussato alla porta della mia camera, all’albergo. Sopra un «gorto».
— Che c’è? — chiesi.
— Voi avete spedito un telegramma?
Balzai dal letto furibondo e corsi ad aprire.
— Sì — gridai al maitre d’hôtel al quale mi trovai di fronte — sono quattro ore che l’ho spedito. Quattro ore!
— Tranquillizzatevi — mi rispose dolcemente — il vostro telegramma è partito, e sarà forse arrivato. L’ufficio telegrafico chiede soltanto un piccolo schiarimento...
— Quale?
— Domanda se le parole del vostro dispaccio debbono es-