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dal kama al volga 421


— Dove sta quest’uomo!

— Sei verste lontano. Andate per questa strada, e troverete una piccola chiesa bianca; a sinistra della chiesa c’è una discesa, poi un ponticello; passate il ponte e ci siete. Non vi potete sbagliare; la sua isba è sola nella campagna.

— E lavora oggi? È domenica.

— Lavora alla mattina. Ma se avete premura....

Sul battello a vapore che traversa il Volga a Kazan.

Ringraziammo il buon vecchio, che riprese la sua strada preceduto dal vitello trotterellante, e ci mettemmo in moto, lentamente e cautamente, verso la casa di Nikolaj Petrovitch. Dopo pochi passi la ruota ricominciò a scricchiolare, a cigolare, a gemere; ci aspettavamo di udire un rumore di rottura definitiva e di sentire l’automobile dar giù sul fianco. Ma la ruota, lamentandosi atrocemente, resisteva. Impiegammo più d’un’ora per giungere davanti all’isba del falegname. Era una casa di buona apparenza, fatta di belle travi squadrate, attigua ad un recinto sul quale si sollevavano tettoie di hangars. Fuori, al sole, erano alli-