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418 capitolo xix.


qua e velato dagli spruzzi. L’automobile, naturalmente, si abbandonava a tutte quelle bizzarrie che rappresentavano il suo modo di protestare contro il fango: pattinava, scivolava sui fianchi, camminava di traverso, mostrava una irresistibile propensione a voltarsi con la fronte indietro, aveva disobbedienze e capricci. La bufera continuò per quattro ore. Alle nove e mezza avevamo appena percorso cinquanta verste da Perm, in quasi sei ore di viaggio.

Giungemmo in riva al Kama. Spioveva. Passavano ancora le nuvole basse impigliandosi negli alberi delle foreste che bordeggiano il fiume, ma verso tramontana appariva una striscia di chiarore. Attraversammo il largo fiume — che è la più grande via di comunicazione della Russia orientale, dopo il Volga del quale è confluente — sopra un battello rimorchiato da un piccolo vapore. Era un vecchio vaporino, rappezzato, rammendato da tutte le parti con latte da petrolio rinverniciate, al quale demmo subito il nomignolo di “caffettiera„. La caffettiera non aveva fretta, bolliva a malincuore, sprecava tutto il fiato in gran fischi per segnalare la sua presenza alle rive deserte, e non si dimostrava certo preferibile a quel comodo motore a cavalli adottato dai siberiani nei loro massimi traghetti. Come Dio volle sbarcammo sulla riva destra, guadando una parte di sponda allagata dalia tempesta; e proseguimmo la corsa nel fango. Talvolta dovevamo scendere, per spingere la macchina, quando le ruote motrici s’ostinavano a girare senza procedere.

Attraversammo, in vicinanza del Kama, la cittadina di Ochansk, dove cominciammo a vedere delle case di legno nell’antico e pittoresco stile russo, dalla cuspide a cuore rovesciato, cariche d’intagli e di trafori ingenui e graziosi come ornati bizantini; e continuammo assiduamente a camminare come meglio potevamo, sperando di poter giungere a pernottare a Malmysh sul fiume Wjatka — tributario del Kama — a circa 150 verste da Kazan. Ci eravamo prefissi di percorrere in quel giorno 360 chilometri, e contavamo di essere a Kazan l’indomani mattina....