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370 capitolo xvi.


lieri che si dirige galoppando verso di noi, quasi per tagliarci la strada. Noi osserviamo, e crediamo di rivedere dei mongoli. Infatti i cavalieri indossano un costume simile a quello dei mongoli, hanno il loro aspetto, e come i mongoli cavalcano con la sella quasi sul collo del cavallo. Sono dei Kirghisi nomadi. Essi hanno un non so che di selvaggio e di combattivo. Ci fanno pensare a delle scolte, a delle estreme avanguardie spinte avanti da qualche esercito asiatico in marcia dalle steppe del sud.

Giuntici vicino hanno fermato di colpo i cavalli osservando attentamente l’automobile, curvi sulla sella; poi sono scoppiati in una risata lunga e gioviale; trovavano la cosa estremamente divertente. Ripartirono galoppando, dopo averci salutato, e si voltarono più volte ridendo a guardarci. I kirghisi sono anch’essi nemici del pittoresco. Vivono a preferenza dove non sono alberi e dove non sono colline; la pianura è la loro patria; amano i vasti orizzonti, la libertà di correre ovunque senza incontrare ostacoli; vogliono sentirsi padroni dello spazio illimitato; hanno, sul continente, degl’istinti di marinaio.

Quel giorno ricorreva una non so quale festa slava. Nei villaggi le popolazioni sfoggiavano abiti vistosi; uomini e donne adunati sulle soglie cantavano in coro, accompagnandosi con le balalaike e le fisarmoniche. Quando passavamo, i canti cessavano, e si levava un urlo di sorpresa contenta e di festosità, come al passaggio d’un bel carro mascherato in un giorno di carnevale. Ma l’urlo delle folle, pure se è lieto, ha sempre un tono che par minaccioso; vi è troppa forza in esso; è formidabile anche quando vuol essere scherzoso, e noi ci volgevamo a guardare se i volti ridevano od erano seri. Ridevano. Eravamo rincorsi da gente che ci gridava:

— Aspetta! Aspetta! Lasciami salire!

— Portami a spasso, e ti pago un bicchiere di vodka!

Giungemmo sulla sponda destra dell’Obi, più vasto, più lento, più pigro e malinconico del Tom. L’altra riva è tanto lontana che sembra una striscia verde all’orizzonte. Il battello, anch’esso a