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366 capitolo xvi.


origine, credo, tedesca, ha il volto coperto di cicatrici. Sono un ricordo dei rivoluzionari. Due anni fa egli era vice-governatore a Varsavia, ricevette lettere minatorie, trovò sul suo tavolo la condanna a morte decretatagli dalla rivoluzione, e una sera fu aggredito, colpito, lasciato per morto sulla via. Aveva ricevuto quarantadue ferite. Guarì, e a questo fatto deve la nomina a governatore della provincia di Tomsk — un dominio grande come l’Impero germanico. I governatorati in Siberia, che una volta erano considerati posti di punizione, sono ora i più ambiti, e si danno per premio. Sono pericolosi anche loro — il governatore di Omsk fu ammazzato l’anno scorso in mezzo alla strada insieme a due gendarmi della scorta — ma sempre meno pericolosi di quelli della Russia europea, dove si fa strage di governatori. Anche il capo della polizia di Tomsk ha riconosciuto i pericoli del nichilismo. Viene egli pure da Varsavia.

— Si starebbe bene a Varsavia — ci diceva raccontandoci dei suoi casi — ma, che volete, in quel benedetto paese sparano troppe fucilate, troppe!

E aveva l’aria di voler dire: qualcheduna, passi....!

Domandammo al governatore informazioni sulle strade fra Tomsk e Omsk. Ce ne diede di poco incoraggianti. Egli credeva che, almeno per due terzi del percorso, le avremmo trovate cattive come quelle della vigilia. La notizia, ahimè, veniva da fonte ufficiale.

Poco lontano dalla sede del governatore, v’è un grande palazzo bruciato. Era un magnifico teatro regalato alla città da un ricchissimo negoziante. Fu bruciato due anni or sono da soldati in rivolta. Non potendo distruggere il palazzo del governatore, incendiarono un suo vicino. Vi fu un momento, dopo la guerra, in cui parve che tutto l’Impero si sfasciasse. Il mondo non ebbe che un’eco imprecisa e breve di quel principio di rovina. A Irkutsk, a Krasnojarsk, a Tomsk, a Omsk, il telegrafo e la posta non funzionavano più, i treni erano condotti da soldati rimasti fedeli: le truppe reduci dalla Manciuria portavano sul suolo della