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sulle rive del baikal 277


trovato un altro ponte crollato sul Pereemna, e un altro sull’Aososa, e un altro sul Vidrina, senza contare i minori. Non potevamo certo metterci a rifare tutti i ponti crollati dell’Impero russo. Il lavoro avrebbe esorbitato dal programma d’una corsa in automobile. Dovevamo dunque abbandonare l’idea di proseguire il viaggio intorno a Baikal? Ma no; non ancora. Un nuovo progetto si faceva strada. Su quei fiumi v’erano pur sempre dei ponti, e formidabili: quelli della ferrovia. Non si sarebbe potuto L’automobile per una via di Nischne-Udinsk. entrare nella ferrovia, correre lungo i binari, traversare i ponti, e poi ridiscendere sulla vecchia strada maestra al di là dei fiumi impassabili? Avevamo visto giusto una stazione vicina.... Perchè non provare?

Ripartimmo pieni di novella speranza. Arrivammo alla stazione, che avevamo intravvista fra gli alberi. Pareva deserta. Entrammo nella piccola sala d’aspetto tappezzata da grandi tabelle illustrate, che insegnavano il modo di prestare le prime cure ai feriti, rimaste lì dall’epoca della guerra quando tutte le stazioni