Pagina:Barzini - La metà del mondo vista da un'automobile, Milano, Hoepli, 1908.djvu/288

238 capitolo xi.


narsi alle abituali faccende da massaia, aveva per noi delle attenzioni materne. Essa prodigava a degli estranei i tesori del suo istinto materno, perchè era giunta al limite della vecchiaia senza essere stata madre. Aveva adottato come figlia una fanciulla buriata, Falia, e questa giovane selvaggia allietava la solitudine della sua vita. Falia ci offriva dei fiori, e quando ci vedeva pensierosi e seri, veniva vicino e sorrideva.

Intorno alla mensa si rinnovavano continuamente gli ospiti. Gli amici arrivavano, si sedevano dopo un semplice saluto, entravano nella famiglia con una confidenza che diceva l’abitudine. Si capiva che fra quella gente tutte le porte erano aperte; e parlavano con un tono d’intimità grave e tranquilla che lasciava comprendere come fra loro pure le porte del cuore fossero aperte. Molti degl’intervenuti erano mercanti di thè. Anche il nostro ospite, Sinitzin, era mercante di thè. Tutti quelli uomini, semplici e dimessi, vestiti della camiciola di seta siberiana, calzati di enormi stivali, dal corpo rude, il volto barbuto e l’occhio dolce del mujik, erano milionari. Il passaggio del thè li aveva arricchiti.

Kiakhta è un villaggio di milionari. Nelle piccole case di legno dipinte di colori vivaci, allineate lungo i marciapiedi fatti di tavole, separate da cortili rustici ingombri di teleghe e di slitte, vivono una vita d’esilio delle famiglie che potrebbero avere un palazzo a Mosca o a Pietroburgo. Il thè non passa quasi più affatto per Kiakhta; la sorgente della loro ricchezza s’è da qualche anno inaridita, ma esse rimangono. Rimangono sulla terra che le ha fatte prospere, rimangono vicino alla loro cattedrale sontuosa che rinchiude più tesori di tutte le chiese della Siberia. Le trattiene l’amore a quei luoghi, l’ignoranza del lusso, l’abitudine, ed anche la speranza. Una speranza vaga che l’antica via del deserto torni a popolarsi di carovane, che la piccola città ora tanto silenziosa, si risvegli al rumore del lavoro.

— Non avete idea — mi diceva un funzionario della Dogana — di che cosa fosse Kiakhta sette od otto anni or sono! Vedete queste vie larghe e deserte? Esse non bastavano a contenere il