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la città del deserto 165


Nel verde un cinguettìo d’uccelli, dapprima incerto, raro, lontano, poi più alto, continuo e giocondo. Erano migliaia di allodole di deserto, di strane pernici dal petto bianco, di aironi dal ciuffo. Intorno all’automobile si sollevavano a nuvoli di questi lieti abitatori dell’aria; ne eravamo in certi momenti circondati. L’acqua doveva esser vicina; infatti passammo poco dopo intorno a piccoli stagni melmosi, coperti di canniccio giallo, e le cui rive erano gremite di uccelli acquatici, di fenicotteri bianchi, immobili sulle Il governatore cinese della Mongolia in automobile. — La partenza. lunghe zampe scarlatte, di anitre dalla testa nera, di oche. Qualche antilope, di tanto in tanto, sorpresa dal nostro arrivo sollevava il muso sottile dall’erba, e balzava via come saetta.

La velocità dell’automobile ci procurava cambiamenti di paesaggio che le carovane ignorano. Da un’ora all’altra noi eravamo passati dalle sabbie ai prati; il passo pigro del cammello ci avrebbe impiegato un giorno, cioè un tempo sufficiente per non accorgersene.

Traversammo di volata una pianura eguale e perfetta: fu una corsa ininterrotta di sessanta chilometri, che speravamo non