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nel deserto di gobi 157


— Una yurta! — esclamò il Principe.

Erano le due del pomeriggio. Quelle parole ci scossero, come se avessero annunziato un prodigio.

— Dov’è, dov’è?

— Laggiù, a sinistra, sotto a quelle roccìe.

— Ritorna il mondo!

— Saranno nomadi in viaggio. Non vi sono pascoli. Chi può vivere qui?

Avanti la Banca Russo-Cinese a Urga. — Il primo tarantar.

Guardammo lungamente la yurta fuori della quale era legato un cavallo. Poco dopo scorgemmo un cammello carico, condotto da un mongolo che si era fermato a farci dei grandi gesti. Lo aspettammo, e il mongolo accorse inchinandosi, estrasse dalla sua casacca un grosso involto di pezza e cominciò lentamente a disfarlo. Dentro al primo involto ve n’era un altro, dentro al secondo un terzo.... Finalmente dall’ultimo involucro uscì fuori un telegramma che l’uomo presentò cerimoniosamente.

Il telegramma era diretto a Du Taillis, e lo restituimmo indicando al carovaniere di continuare il cammino verso il sud. Egli