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per le praterie mongole 135


volta brusche che obbligavano il Principe ad un’attenzione intensa per non piombare velocemente sulle ineguaglianze del suolo che avrebbero spezzato la macchina. Ogni rallentamento di velocità ci faceva sentire più forte il calore. Eravamo stanchi, storditi dal sole e dalla luce. Cominciavamo a rimpiangere l’ombra del nostro baldacchino soppresso.

Superando una breve ma ripida salita l’automobile si fermò. Era esaurita la benzina del serbatoio del motore. Esso conteneva Soldati Mongoli. la quantità di benzina necessaria a percorrere 200 chilometri. Dal mattino avevamo dunque camminato 200 chilometri, e non eravamo ancora giunti alla stazione telegrafica di Pong-Kiong, che calcolavamo fosse invece a poco più di 180 chilometri dall’accampamento. L’avevamo forse passata? In qualche momento ci eravamo discostati dalla linea telegrafica; non sempre eravamo stati attenti e Pong-Kiong poteva anche trovarsi lontana dalla strada nostra, riunita alla linea da qualche diramazione di fili....

Tutti questi problemi, niente affatto allegri, ci ponevamo mentre Ettore con un ingegnoso sistema di sifoni travasava la