Pagina:Barzini - La metà del mondo vista da un'automobile, Milano, Hoepli, 1908.djvu/148

102 capitolo v.


una processione di gente scalava la montagna Shi-shan, si appollaiava sulle sporgenze delle roccie, noncurante del pericolo delle frane che sulla Shi-shan fanno continuamente vittime, e spiava da lontano i segreti dell’Europa.

Dei missionari venivano a visitarci, vestiti da cinesi ma coperti da un cappello europeo; ci narravano con grande evidenza gli orrori della rivolta boxer a Kalgan, la quale avrebbe fatto certamente una vittima e un martire di ogni missionario, se ogni missionario non fosse fuggito prima per la via della Mongolia. Uno di loro ci dava preziosi ragguagli sulla Mongolia che conosceva benissimo; da tanti anni vi andava a distribuire delle Bibbie ed a comperarvi dei cavalli, facendo eccellenti affari ippospirituali. Venne a trovarci anche la Colonia russa al completo, composta di tre membri; e intorno al samovar ascoltammo le loro tre gravi voci parlarci dolcemente della Siberia con un melanconico senso di nostalgia. In quel momento, trovandoci fra europei, gustando del thè russo e degli eccellenti prodotti della cucina slava, provavamo quasi l’illusione d’aver già superato parecchie migliaia di chilometri. Ma non ne avevamo superati, ahimè, che 240 circa, dei quali 95 a forza di motore.

Fu proprio, quella, una giornata dedicata alle esigenze mondane. Le autorità cinesi, oltre a fornirci un corpo di guardia, avevano fatto affiggere per la città una proclamazione che ci riguardava. Il popolo di Kalgan era avvertito del nostro arrivo; esso doveva considerarci come amici, non avendo noi alcuna intenzione ostile, e perciò rispettarci; il popolo di Kalgan doveva sgombrare il passo alla nostra macchina, non avvicinarsi ad essa e tanto meno toccarla, potendone risultare delle gravi disgrazie; i trasgressori sarebbero stati imprigionati e condannati a pene da decidersi. Numerosi bolli ufficiali, rossi e quadrati, convalidavano la proclamazione che il popolo di Kalgan si affollava a leggere nei crocicchi. Noi dovevamo un ringraziamento alle autorità, e ci recammo a far visita al Ta Tsum-ba, cioè al rappresentante del Wai-wu-pu, altissimo personaggio la cui autorità si estende sulla