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sulle montagne 83


ghe corde serpeggianti a terra dietro a lei come due gran code. Presto raggiungemmo il piano, e riprendemmo lentamente il cammino fra la montagna e l’Hun.

Il sentiero ci condusse verso un villaggio, Shao-huai-huen, mezzo nascosto da folti salici e circondato da campi di riso. La strada s’era fatta fangosa. Il terreno viscido e nero, impregnato dalle pioggie, affondava. Metà dei raggi delle ruote vi spariva dentro, e la mota si attaccava ai cerchioni e alla gomme, vi si Arrivo a Kalgan delle automobili francesi e olandese. accumulava, dava alle ruote delle forme e delle dimensioni stravaganti; pareva che l’automobile scorresse su dei rulli di terra. E anche le nostre scarpe subivano degli incomodi aumenti; il fango le copriva di stratificazioni voluminose che scacciavamo di tanto in tanto scuotendo i piedi e lanciandole lontano. Scivolavamo, il passo si appesantiva. I coolies dovevano fermarsi ogni minuto a riposarsi. Abbiamo incontrato una carovana di muli, carichi di pellicce mongole; due di essi, spaventati dall’automobile, sono usciti dal sentiero e sono affondati fino al ventre.

In vicinanza del villaggio, la strada era coperta d’acqua. A destra e a sinistra, campi di riso cinti da alti margini e inondati